Il Cristianesimo è vero?
la “demonstratio christiana” o l'origine della “pretesa” cristiana
Come ci possiamo rapportare al Mistero?
le alternative possibili
Per rapportarsi a Dio l'uomo ha diverse possibilità, che si riducono a tre:
- affidarsi a una pura idea razionale di Dio (secondo lo schema illuministico-kantiano di una religiosità puramente razionale): ma, come abbiamo notato, questa possibilità si è rivelata talmente fallimentare da non poter essere praticata di fatto da nessuno;
- affidarsi a una religione, per religione intendendo un sistema di idee, riti, valori e regole, che hanno avuto origine in personalità religiose (come ad esempio Budda, Lao-Tze, Zoroastro), che hanno proposto agli uomini quello che loro ritenevano vero e giusto riguardo al divino, senza poter dire di avere avuto nella loro vita una esperienza incontestabilmente oggettiva, visibilmente fattuale, della potenza dell'Infinito come compimento dell'umano in tutti i suoi fattori.
- affidarsi all'Evento imprevedibile con cui Dio si rivela agli uomini, non in una idea (/libro, /dottrina), ma in una realtà oggettivamente documentabile, nella carne e nel sangue dell'umano, che si trova a sperimentare una potenza pienamente umanizzatrice, impossibile alle energie dell'uomo, e dunque segno dell'assolutamente Altro, l'Infinito Mistero.
E' questa la via che parte dall'Antico Testamento, e che dunque è stata incoativamente sperimentata da Abramo, da Mosé e da tutti i grandi personaggi veterotestamentari, ma che ha trovato il suo pieno compimento in Cristo, Uomo-Dio.
Procederemo dunque ad esaminare dapprima l'improponibilità delle religioni (negando, per così dire, la negazione), per poi vedere, in positivo, i titoli di credibilità del Cristianesimo.
inadeguatezza delle religioni
Le religioni si distinguono dal Cristianesimo, come diceva il card. Daniélou, per questo: che nelle religioni è l'uomo che si sforza di andare verso Dio; nel Cristianesimo invece è Dio, il Mistero, che viene verso l'uomo, che, facendosi Uomo, in Gesù, colma l'abisso, altrimenti incolmabile, tra l'uomo e Dio.
In generale le religioni non devono comunque essere disprezzate: nella misura della sincerità di adesione ad esse, esse esprimono uno sforzo nobile, e testimoniano l'inevitabilità del senso religioso. Tuttavia tutte le religioni, per loro stessa ammissione, non riescono a svelare all'uomo il volto del Mistero.
In tale orizzonte l'infinito Mistero rimane inaccessibile, in una lontananza dove ogni ipotesi su di Lui diventa lecita (anche pensarne una capricciosa e arbitraria cattiveria).
in generale
Ad esempio nessuna religione, tranne, in parte, l'Ebraismo, riesce a spiegare convincentemente l'origine del male, che abbiamo visto essere una delle più grandi obiezioni contro l'esistenza di Dio.
Nessuna religione, poi, fornisce all'uomo la possibilità di essere fino in fondo sé stesso, non censurando niente di quanto la sua ragione gli presenta come vero e di quanto il suo cuore percepisce come evidentemente buono, ma valorizzando tutto l'umano in ogni suo fattore.
Nessuna religione infine sa prospettare un destino eterno per l'uomo saziante ogni desiderio, ma o azzera il desiderio (buddismo) o ne considera solo la dimensione edonistico-materiale (islam).
in particolare
Schematizziamo nello seguente specchietto i limiti delle principali religioni
l'ebraismo
Il suo fondamento è autentico: la storia dalla creazione a Gesù Cristo è storia di alleanza privilegiata tra il popolo ebraico e Yahwé. Tuttavia una parte di tali nostri "fratelli maggiori", gli Ebrei, hanno considerato scandaloso il fatto che Dio si sia fatto Uomo, ponendo con ciò un limite a Dio stesso, e presumendo di avere già capito tutto di Lui. San Paolo peraltro dice che è stato in qualche modo Dio stesso a rinchiudere l'antico popolo eletto nel cerchio dell'incredulità:
«l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato» (Rm, 11, 25-6)
Dobbiamo pregare e operare perché si compia l'unità tra l'antico e il nuovo Popolo di Dio. Grandi cose per l'umanità ne possono nascere:
«Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?» (Rm, 11, 15)
il buddismo
- Non propone la salvezza di tutto l'uomo, proponendo di rinunciare al desiderio, che invece fa parte integrante dell'umano. Così invece che garantire la felicità, propone la non-sofferenza.
- Inoltre non riconosce Dio come realtà personale, ma come entità impersonale.
l'islam
Quanto segue riguarda l'Islam per come è stato storicamente inteso dalla grande maggioranza delle persone che hanno aderito a tale religione.
- Da un punto di vista ontologico, vi è la inconciliabilità dell'idea di un Dio perfetto e autosufficiente con il suo essere solitario: solitudine non sembra conciliabile con perfezione.
- Dio appare talmente lontano e inaccessibile, così nascosto è il suo intimo pensiero, che rimane il dubbio sulla Sua bontà e veracità, e l'uomo si trova a dover dubitare della sua ragione, e disposto ad accettare comandi che siano anche contro ragione.
- Un'altra grave falla che la ragione può cogliere nel sistema maomettano, così come si è storicamente organizzato, riguarda la spiegazione del problema del male: di fronte a tutti i disastri che ci sono sulla Terra, risulta impraticabile pensare alla integrità della natura umana, come la pensa l'Islam storicamente prevalso. Insuperabilmente problematica è poi, di fronte alla sofferenza dell'uomo, la distaccata indifferenza di un Dio, che si limita a prescrivere regole.
Per maggior dettagli si vedano queste schede sull'islam.
i Testimoni di Geova
Non meritano molte parole: è semplicemente ridicolo che Dio abbia aspettato fino all'800 per rivelare la vera interpretazione del Cristianesimo. Grotteschi poi sono i loro annunci della imminente fine del mondo, puntualmente smentiti dai fatti. Assai poco cristiano il loro comportamento aggressivo e minatorio per i tanti che ogni anno abbandonano tale setta.
il politeismo
Lo vorrebbero riscoprire certi intellettuali, a motivo dell'intolleranza rimproverata al monoteismo in quanto tale. Si può osservare che:
- È soprattutto un monoteismo, ad essere oggi usato a fini di intolleranza e di violenza; certo, esistono interpretazioni tendenti al fondamentalismo anche tra i cristiani, ma il vertice della Chiesa appare, anche a uno sguardo razionale, uno tra i più liberi da tale rischio.
- Non si può poi negare che il cristianesimo abbia prodotto una umanizzazione della società (vedi ospedali, orfanatrofi, lebbrosari, solidarietà, rispetto per la persona);
- E viceversa il politeismo che abbiamo conosciuto, quello greco-romano, era tollerante solo ciò ciò che rientrava nel suo schema, politeistico; quanto fosse intollerante verso chi tale schema infrangeva lo testimonia la persecuzione cruenta contro i cristiani sotto l'Impero Romano.
- Il politeismo storico inoltre ha dato legittimazione a crudeltà ed efferatezze imparagonabilmente più vaste e atroci di qualsiasi monoteismo: far sbranare dai leoni, o far ardere come torce esseri umani per dare spettacolo non è certo stato segno di tolleranza e di civiltà.
verità del Cristianesimo
una premessa importante: il metodo
Non si può affrontare la domanda se il Cristianesimo sia vero senza aver chiara quale è la specificità dell'oggetto in questione.
metodi sbagliati
Sono quelli che prescindono dall'oggetto, da ciò che il Cristianesimo dice di essere. Uno dei più diffusi errori è trattarlo come un fatto nel passato come qualsiasi altro: mentre il Cristianesimo dice di essere non un passato, ma un presente, un passato che è Presente, la Presenza di Cristo, Cristo che rimane, in ogni epoca, contemporaneo.
inadeguatezza del razionalismo
Quindi ad esempio affidarsi a studi storici sull'evento di Gesù come passato, trattandolo alla stessa stregua di qualsiasi altro fatto passato, è quantomeno inadeguato. Perché qualunque risultato potesse venire con tale metodo mancherebbe il bersaglio, cioè non potrebbe giovare a rispondere alla domanda, che è l'unica ad essere interessante, se sia vero o no quello che il Cristianesimo dice di sé, dato che il Cristianesimo precisamente dice di non essere un fatto del passato come qualsiasi altro.
Ma allora è inutile o nocivo studiare documenti storici riguardanti la figura di Gesù, il suo ambiente, la storia della comunità dei suoi seguaci?
- Non è nocivo, se è condotto con serietà e sincerità, ma
- non ha la forza sufficiente a determinare, in una persona, la fede. La fede infatti, ossia la certezza che il Cristianesimo è vero, che Cristo era davvero Dio, non è la risultante di indagini scientifiche, o filosofiche.
- è invece utile, se condotto con onestà, come conferma e aiuto a meglio conoscere, in presenza di una fede già esistente.
inadeguatezza del sentimentalismo
Altrettanto inadeguato sarebbe affidarsi alle proprie emozioni, all'interiorità. Perché la proposta cristiana si configura come adesione a un dato oggettivo, che implica anche un riverbero emozionale, ma mai scisso dalla totalità della propria umanità.
Non si può dire di essere certi che il Cristianesimo sia vero, perché lo si sente: non sarebbe adeguato.
- Anzitutto perché il sentimento può andare e venire: mentre la verità del Cristianesimo no. Sarebbe assurdo che uno davvero pensi che Cristo è Dio solo nei momenti in cui lo sente.
- Inoltre le facoltà con cui la natura ci abilita a riconoscere il vero sono più ampie del sentimento: lo includono, ma non si riducono ad esso; e innanzitutto la natura ci ha dato gli occhi, e i sensi in generale, e poi la memoria, la fantasia e la ragione, con cui paragonare e discernere il dato in modo critico.
il metodo giusto
Attraverso quale metodo allora si può rispondere alla domanda se il Cristianesimo sia vero? C'è una differenza importante nel metodo della verifica tra Cristianesimo e religioni: le religioni fanno tutte riferimento a un divino che sarebbe rimasto nella Sua abissalmente inaccessibile lontananza, perciò non possono esibire una vera e propria prova della loro verità. Se avessero ragione, lo si potrebbe vedere solo ... dopo la morte. Un ebreo non può opporre a un islamico (e viceversa, o un buddista a un induista, ecc. ecc.) alcun argomento che che soddisfi adeguatamente la ragionevolezza universale, comune a tutto il genere umano, tale da indurlo ragionevolmente a dire: “sì, è umanamente giusto che io verifichi la tua proposta”. Quello che le religioni possono proporre, nella misura in cui supera la ragione, è un atto di credenza cieca. E infatti ad esempio, le cosiddette conversioni all'Islam non possono essere motivate da una maggior pace e da una maggiore umanità, ma da motivi di odio contro la cultura in cui si è nati o da motivazioni politiche.
Il Cristianesimo, che non è una religione, ma dice di essere l'avvenimento di Dio fattosi Uomo, ha questo vantaggio, di poter dire «vieni e vedi», cioè “verifica con la tua ragionevolezza critica e con tutta la tua umanità se quello che dico è vero o no”. In termini popperiani insomma il Cristianesimo ha il grosso vantaggio, sulle religioni, di presentarsi come verificabile perché falsificabile, di non avere dunque paura di alcuna sfida che la ragione, filosofica o scientifica, possa lanciargli. E la ragione di ciò è che il Cristianesimo dice di essere, lo ripetiamo, nientedimeno che l'avvenimento di Dio che si fa Uomo: Gesù di Nazaret era Dio, era la Seconda Persona della SS.Trinità. Essendosi Dio coinvolto talmente con l'umano, l'umano si trova ad essere lievitato dalla Sua Presenza e dunque può verificare in questa vita la verità della proposta cristiana.
In effetti Gesù non ha promesso solo la vita eterna
a chi Lo segue (insieme a persecuzioni), ma anche il centuplo quaggiù
, cioè una compiuta realizzazione dell'umano.
schema sintetico:
alla domanda come possiamo essere certi della loro verità? rispondono diversamente: |
/ | le religioni |
→ solo dopo la morte |
\ | il Cristianesimo |
→ già in questa vita |
il cuore della questione: l'umano
In sintesi allora qual è la sfida che il Cristianesimo lancia? Di realizzare l'umano, di rendere l'uomo più umano, più sé stesso. Se questo non fosse vero, uno avrebbe il sacrosanto diritto, e dovere, di andarsene dal Cristianesimo. Mentre nessuna sfida analoga è accettabile dalle religioni.
Questo è verificabile in due modi:
- constatando che quando si segue la proposta cristiana si è più felici e in pace, e
- constatando che quando non si segue la proposta cristiana non si è felici e in pace.
E questo anzitutto a livello personale (proprio e delle persone che più ci sono prossime), e in secondo luogo anche a livello storico: le civiltà e le epoche che hanno accolto di più il messaggio cristiano, hanno meglio realizzato l'umano, mentre quanto più ce se ne è allontanati, tanto più si è prodotto l'inferno sulla terra.
domande e obiezioni
1. Ma allora perché continua ad esistere il male, anche dopo Cristo, anche nei Suoi?
Realizzare l'umano vuol dire attuare sulla terra non il Paradiso, ma un inizio, un germe reale di Paradiso: altrimenti vivremmo già nell'al-di-là, nella definitività irrevocabile, mentre la vita presente resta un periodo di prova e di passaggio, in cui ogni uomo è chiamato a scegliere quale sarà il suo destino eterno.
Dio a ciascuno da sufficiente luce per vedere la strada giusta, ma non lo abbaglia al punto da sopprimere la sua libertà di scelta: vuole essere liberamente amato da creature libere, non necessariamente servito da degli automi. La “politica” del Mistero, in questo senso, è la politica del segno.
2. La fede non assicura la gioia continua?
Non assicura la gioia, ma la pace e la letizia, come sottofondo permanente: se e nella misura in cui la volontà dell'uomo si abbandona a quella del Mistero, rivelatosi in Cristo.
3. Non aiuterebbe di più una gioia continua?
Una gioia continua potrebbe essere o una droga, qualora avvenisse a prescindere da ciò che accade, per cui uno sarebbe "gioioso" anche in mezzo alla sofferenza e alla devastazione, propria e degli altri: il che non sarebbe umano. Oppure dovrebbe implicare che il Paradiso già si realizzi sulla terra: il che evidentemente non rientra nel Disegno di Dio, che ci lascia, in questo periodo di prova che è la vita, liberi, e perciò non si impone in modo trascinante.
4. Ma perché la pace e non la gioia (continua)?
Perché la pace può essere stabile, sapendo che tutto è nelle mani di Dio, anche se non si vede ancora come tutto sarà salvato. Per avere invece una gioia continua occorrerebbe vedere che tutto è già salvato: ma questo sarà solo in Paradiso.
Ma anche il Cristianesimo è stato soggetto a pretese di diversa interpretazione: si veda dunque la scheda sulla verità del cattolicesimo, come autentico interprete del Cristianesimo.
📖 Testi on-line
- Joseph Ratzinger, Verità del cristianesimo?
📚 Bibliografia essenziale
- Karl Adam, Jesus Christus, Augsburg 1934, tr.it. Gesù il Cristo, Morcelliana, Brescia 1983 ().
- Aurelio Agostino, De vera religione, 389, tr.it. La vera religione, , ().
- (Karol Wojtyła) Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 1978().
- Luigi Giussani, All'origine della pretesa cristiana, Milano 19881, 20012().
- Leszek Kołakowski, Jezus ośmieszony. Esej apologetyczny i sceptyczny, Krakow 2014, tr.it. Gesù. Saggio apologetico e scettico, Le Lettere, Firenze 2023 ().
- Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, Torino 19761, 20012().
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- Joseph Ratzinger, Jesus von Nazareth. Vom Einzug in Jerusalem bis zur Auferstehung, Freiburg im Br. 2011, tr.it. Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2011 ().
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🎬 Filmografìa
Films collegati al tema sono, tra gli altri:
- Giacomo Campiotti, Preferisco il Paradiso()2010 (vita di San Filippo Neri, un luminoso esponente della Controriforma, amico dei poveri).
- Mel Gibson, The Passion of the Christ()2004 (Forse il film più realistico sulla Passione di Cristo (la stessa lingua è l'aramaico allora parlato). Commovente.).
- Andrej Tarkovskij, Андрей Рублёв, (tr.it. Andrej Rublev), ()1966 (Film splendido: l'uomo non si salva con le sue mani. Il male c'è, e l'uomo da solo non ce la fa. Ma con l'aiuto, imprevedibile, di un Altro si può realizzare.).
- Andrej Tarkovskij, Солярис, (tr.it. Solaris), ()1971 (Il desiderio è il tema del film, un desiderio che (pur senza essere detto espressamnte) solo nel Cristianesimo trova appagamento).
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